Mancato versamento contributi INPS dal 2018 è un reato penale punito dalla legge con sanzioni civili, penali fino alla reclusione per appropriazione indebita, e amministrative che, variano a seconda della gravità dell’illecito commesso dai soggetti obbligati al versamento del contributi come le aziende, SRL, datori di lavoro, commercianti e artigiani, lavoratori autonomi che fruiscono di collaboratori o dipendenti e nei confronti di committenti con lavoratori iscritti alla gestione separata.
L’omesso o ritardato versamento dei contributi e le ritenute previdenziali ed assistenziali sulle retribuzioni, è considerata come una vera e propria omissione contributiva o evasione contributiva a seconda appunto della gravità e della situazione che ha generato l’illecito.
Omesso versamento contributi INPS 2018: cosa fare?
Il mancato versamento contributi INPS da parte del datore di lavoro delle ritenute previdenziali operate sugli stipendi dei propri dipendenti, è un reato penale punito con una sanzione che prevede la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a 1.032,00 euro.
Pertanto, il datore che omette il versamento delle ritenute entro il termine del sedicesimo giorno del mese successivo a quello cui si riferiscono i contributi, può rimediare pagando una sanzione civile ridotta in caso di ravvedimento spontaneo e pagamento di quanto dovuto prima che venga accertata la violazione, oppure, una volta accertata l’omissione, di pagare la somma indicata nella diffida tramite anche la rateizzazione avviso bonario per mancato versamento contributi e trattenute sugli stipendi, così dai evitare il processo penale e l’eventuale condanna se il pagamento non viene effettuato entro 3 mesi dalla notifica di diffida.
Mancato versamento contributi cosa deve fare il datore di lavoro: Il datore di lavoro in difficoltà economiche a causa per esempio di una crisi di liquidità temporanea dell’impresa, non può essere giustificato in caso di mancato versamento contributi INPS obbligatori ma può ottenere una riduzione delle sanzioni civili. La riduzione delle sanzioni civili, può essere concessa, infatti, solo se il debito è rilevabile da denunce e registrazioni obbligatorie, mentre nell’ipotesi di evasione contributiva la riduzione può essere concessa solo nel caso di denuncia spontanea entro i 12 mesi, con versamento del debito o richiesta di rateazione entro i 30 giorni successivi alla denuncia.
Mancato versamento contributi cosa deve fare il lavoratore, dipendente o collaboratore: In caso di mancato versamento contributi INPS il lavoratore, deve informare immediatamente l’INPS che di concerto con l’Agenzia delle Entrate provvederà ad effettuare la verifica dei versamenti del datore di lavoro, in base alle denunce Uniemens obbligatorie per imprese, aziende, società ecc.
Mancato versamento contributi INPS reato penale: quando?
Il mancato versamento contributi INPS è un reato penale punito dalla legge con sanzioni diverse, anche in termini di misura percentuale, a seconda del tipo di violazione contributiva commessa nei confronti degli enti previdenziali quali l’INPS, INAIL, ex Enpals, ex Inpdap, Enasarco ecc., ovvero, in caso di omissioni e ritardati pagamenti dei contributi e ritenute previdenziali ed assistenziali sulle retribuzioni. Tali sanzioni, sono applicate ai sensi dell’articolo 116 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, che prevede 3 tipi di sanzioni: civili, penali ed amministrative, in base alla gravità della violazione commessa e sono applicabili automaticamente nel momento in cui si verifica l’inadempimento da parte dei datori di lavoro, dei committenti in gestione separata, dei commercianti e artigiani, professionisti e autonomi che utilizzano collaboratori e dipendenti, ecc.
Innanzitutto, è necessario distinguere i diversi reati contributivi che si possono verificare, si parla infatti di:
1) Mancato pagamento contributi INPS reato penale: Evasione contributiva quando l’inadempienza nel versamento dei contributi/premi riguarda la mancata presentazione del modello di denuncia contributi obbligatoria o di denunce non veritiere. Tali comportamenti, secondo la normativa vigente identificano nel comportamento del datore di lavoro e quindi dell’obbligato, la specifica intenzione e consapevolezza di non voler versare i contributi/premi.
Per cui s’intende evasione contributiva qualora si verifichino i seguenti comportamenti:
- mancata iscrizione
- mancata iscrizione sui libri aziendali di uno o più dipendenti
- registrazione della retribuzione non veritiera
- omissioni modello denuncia contributi Uniemens obbligatori
Per il mancato versamento dei contributi INPS sono previste delle sanzioni per il datore di lavoro reo del mancato versamento contributi INPS che è un reato penale di evasione contributiva, punito con una sanzione civile pari al 30%, la cui somma totale non può superare del 60% l’importo della stessa contribuzione non versata entro la scadenza di legge. Qualora però, il datore di lavoro provvede a denunciare spontaneamente il mancato versamento contributi prima che avvenga la relativa contestazione o richiesta da parte dell’Ente e, comunque, non oltre i 12 mesi dalla scadenza del debito contributivo versando quanto dovuto entro i 30 giorni successivi a quello della denuncia spontanea, la sanzione civile sarà uguale a quella prevista per i reati di omissione.
Pertanto il reato “penale” scatta se vi è omessa denuncia; siccome gli Uniemens li inoltro io, a prescindere che il datore di lavoro paghi o meno il modello F24, l’omessa denuncia NON vi scatterà (ecco perchè consiglio sempre e comunque di inviare i modelli Uniemens, da una parte è vero che evidenziamo un debito verso l’Inps ma dall’altro evitiamo cose ben più gravi)
2) Mancato pagamento contributi INPS reato di Omissione contributiva: si intende il mancato versamento contributi obbligatori o il versamento effettuato in ritardo, quindi oltre i termini fissati dalla legge, la cui somma é rilevabile dalle denunce obbligatorie regolarmente effettuate dai datori di lavoro.
In caso di mancato pagamento contributi, il datore di lavoro è tenuto al pagamento di una sanzione civile, pari al 5,75% in ragione d’anno = tasso di interesse dello 0,25% maggiorato di 5,5 punti, dopodiché raggiunto il tetto massimo delle sanzioni civili, senza che vi sia stato il totale pagamento delle somme dovute, sul debito contributivo maturano anche gli interessi di mora al tasso determinato con Decreto del Ministero delle finanze.
Si ricorda che sia l’omissione che l’evasione contributiva possono diventare reato penale, solo quando il modello denuncia Uniemens obbligatori viene chiuso con saldo a debito non pagato mentre non si trasforma in reato penale se il datore di lavoro provvede al pagamento della sanzione civile entro 3 mesi dalla contestazione da parte dell’ente previdenziale.
Contributi non versati: avviso bonario e diffida
Nel momento in cui, vi è un mancato versamento contributi INPS obbligatori con Uniemens insoluti, l’INPS provvede ad emettere una diffida mancato versamento contributi chiamata notifica di accertamento di reato, che va spedita al titolare o legale rappresentante, poiché penalmente responsabile in caso di ulteriore inadempienza.
Nella diffida, vi è l’avviso bonario in cui è indicata la somma che il datore di lavoro deve pagare per regolarizzare la sua posizione di inadempienza nei confronti dell’INPS e il termini massimo entro il quale deve avvenire il versamento, ovvero, entro 3 mesi dalla data di notifica.
L’avviso bonario INPS mancato pagamento contributi previdenziali obbligatori, consente pertanto, di regolarizzare la violazione anche chiedendo la rateizzazione avviso bonario INPS mancato versamento contributi, prima che l’omissione venga iscritta a ruolo con la conseguente emissione della relativa cartella esattoriale con la conseguenza, in caso del persistere del debito INPS alla segnalazione all’Autorità Giudiziaria, e la commutazione del reato in evasione contributiva punibile con la sanzione penale fino a tre anni e con una multa fino a 1.032,00 euro.
Contributi gestione separata:
Secondo la circolare INPS n. 71 del 4 maggio 2011, l’omesso versamento dei contributi gestione separata e delle ritenute previdenziali e assistenziali operate, diventano reato penale se non vengono versate dai committenti sui compensi dei:
- lavoratori a progetto
- collaboratori co.co.co certificati
- lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS
Nello specifico, nel caso di committenti che non versano i contributi alla Gestione separata, l’INPS attiva un procedimento di accertamento dell’omissione tramite diffida e avviso bonario, intimando pertanto ad effettuare il pagamento di quanto dovuto entro 3 mesi dalla notifica. Se il pagamento avviene entro il termine indicato, il reato di omissione non si traduce in reato penale di evasione contributiva ma viene comunque effettuata la denuncia di reato all’Autorità Giudiziaria.
Si ricorda che, tale normativa trova applicazione esclusivamente ai committenti che si avvalgono delle prestazioni lavorative effettuate dai soggetti appartenenti a tutte le categorie indicate dall’art. 50, comma 1, lett. c-bis) TUIR. Si tratta, complessivamente, dei titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, anche resa nella modalità a progetto, aventi ad oggetto la prestazione di attività lavorativa svolta senza vincolo di subordinazione.
Artigiani e commercianti:
Il pagamento dei contributi INPS è obbligatorio per tutti i contribuenti titolari e non titolari di Partita IVA, artigiani e commercianti, sia per se stessi che per per altre persone che lavorano all’interno dell’impresa familiare o coniugale.
I contribuenti devono quindi versare 4 rate trimestrali entro i termini fissati dalla legge, ovvero, 16 maggio, 16 agosto, 16 novembre e 16 febbraio. Il mancato versamento contributi INPS artigiani e commercianti, in ritardo o in misura anche insufficiente, è sanzionato con somme aggiuntive.
Qualora il mancato pagamento contributi artigiani e commercianti non sia stato ancora accertato dall’INPS, allora tale violazione può essere regolarizzata applicando una sanzione pari al tasso ufficiale di riferimento maggiorato del 5,5% mentre la sanzione prevista per omessa indicazione del codice fiscale sul modello f24 è punita con una multa da 103 a 2.065 euro, l’omissione invece circa i dati di identificazione di che esegue versamento, è punita con una sanzione da 103 a 516 euro.